Ne “L’Immortalità” Kundera descrive l’aspirazione dell’uomo a voler lasciare un segno, un ricordo. Spesso però diventiamo eterni nostro malgrado e quando accade non siamo noi a decidere se l’immortalità sarà circondata dal rispetto o dal “ridicolo”. Così provate ad immaginare l’eternità lasciata dal “Yes we can” di Obama o il geniale ma diverso “Si può fare” di Gene Wilder in Frankenstein Junior. Ora provate ad immaginare l’eternità ridicola alla quale, inconsapevole, si consegna chi, volendo imitare Obama, riesce a somigliare alla brutta copia di Wilder. Provate ad immaginare tutto questo e provate ad immaginarlo in una campagna elettorale, solo così avrete la possibilità di immedesimarvi in un elettore abruzzese del Partito Democratico che quotidianamente deve assistere a dei Frankenstein che si atteggiano a ruspanti Obama.
Tony Mariotti