Si può fare

Si può fare

Ne “L’Immortalità” Kundera descrive l’aspirazione dell’uomo a voler lasciare un segno, un ricordo. Spesso però diventiamo eterni nostro malgrado e quando accade non siamo noi a decidere se l’immortalità sarà circondata dal rispetto o dal “ridicolo”. Così provate ad immaginare l’eternità lasciata dal “Yes we can” di Obama o il geniale ma diverso “Si può fare” di Gene Wilder in Frankenstein Junior. Ora provate ad immaginare l’eternità ridicola alla quale, inconsapevole, si consegna chi, volendo imitare Obama, riesce a somigliare alla brutta copia di Wilder. Provate ad immaginare tutto questo e provate ad immaginarlo in una campagna elettorale, solo così avrete la possibilità di immedesimarvi in un elettore abruzzese del Partito Democratico che quotidianamente deve assistere a dei Frankenstein che si atteggiano a ruspanti Obama.

Tony Mariotti

Riti e Primarie

abruzzo

C’è un’aria da fine stagione, c’è un sole sbiadito che si avvia al tramonto, una giornata anonima, che non dovrebbe esserla, che si avvia alla fine. C’è un candidato citazionista e pieno di aneddoti, che un aneddoto dice essere caldeggiato dai generali e malvisto dai soldati. C’è la radiolina che trasmette “Vengo anch’io, no tu no” ma è una musica per poche orecchie. C’è un orologio fermo ed un calendario ingiallito di quasi dieci anni fa. Ci sono le macerie sopra altre macerie, ci sono i vinti e le vittime del disastro a cui viene chiesto di impastare cemento ed alzare palazzi e torrette per i soliti generali svogliati, eterei e decaduti senza mai essere stati nobili. Ci sono le mani che impugnano matite, che sono causa del proprio male e che coprono i tanti occhi che non sanno piangere se stessi. Ci sono giornate che finiscono con i numeri di lotterie messe in cassaforte per legittimare gli inconvenienti che verranno. Ci sono le primarie in Abruzzo, tristi come le abitudini ed i vizi che non riesci ad eliminare, necessarie come le processioni per i santi da celebrare. Ci sono i vestiti buoni, i vestiti con le toppe e quelli da rappezzare; ci sono i cappelli e le cravatte delle grandi occasioni. Ci sono le bottiglie stappate per il vincitore, le mani spellate e le mani baciate. C’è la festa e c’è tutto quello che serve a nascondere ciò che manca e mancherà.

Tony Mariotti