Io non mi pento

carcerea

 

Alcuni detenuti del carcere di Larino, offesi dalla scomunica fatta da Papa Francesco a tutte le mafie ed ai loro seguaci, abbandonano la messa. Il loro gesto, avulso da ogni analisi riconducibile alla dialettica “laicità versus religione”, evidenzia in modo inconfutabile il loro “non pentimento” ed il mancato successo (fino ad oggi) della funzione rieducativa della porzione di pena già scontata. Il loro gesto è una manifesta apologia dei reati di cui si sono macchiati e la non abiura degli stessi significa che è tutt’altro che remota la possibilità che, una volta usciti dal carcere, non esiterebbero ad entrare nell’elenco dei recidivi impenitenti. Spero, da cittadino, che lo Stato ci preservi a lungo da questi convinti e consapevoli criminali negando loro ogni tipo di permesso premio o uscita anticipata. La logica ed il buon senso imporrebbero un’attenta valutazione del percorso rieducativo di chi si sente orgoglioso di appartenere a “cosa nostra”.

Tony Mariotti