La solita Italia

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L’arte della finzione e la commedia all’italiana.

E’ la solita Italia, l’Italia dei furbetti, delle mascherine che recitano ciò che vorrebbero essere ma che restano inchiodate alla miseria di quel che sono. E’ la solita Italia dei falsi medici, dei falsi professori, dei falsi giornalisti ed ora anche dei falsi senatori.

Roma, Palazzo Madama, aula del Senato della Repubblica, vale a dire quella che, nell’immaginario collettivo, rappresenta la storica culla della saggezza e della civiltà politica di uno Stato.

Dentro quell’aula un gruppo di senatori, come ogni giorno, gridano al colpo di stato, minacciano l’ennesimo aventino, urlano, sudano, si alzano e camminano nervosamente tra i banchi.

Rilasciano interviste e “spammano” i social network incitando il popolo a sostenerli, a sostenere la loro epica difesa della democrazia.

La maggior parte di loro è giovane, non hanno nostalgie poiché il loro breve passato non le ha ancora strutturate ma forse è proprio la loro giovane età a caricarli di adrenalina.

Basta poco, una spruzzata di anarchia tra i banchi del Senato e la loro mente ritorna tra i banchi del liceo. La stessa rabbia, la stessa allergia alle regole, lo stesso sfogo finale: occupazione.

Nei social network scrivono “okkupazione”, loro non sono ingessati come i colleghi della maggioranza, questa moderna opposizione è giovane, trendy, gergale; in una parola è cool.

Questa moderna opposizione ci salverà, dal colpo di stato degli altri, occupando i banchi del governo. Questa moderna opposizione non si capacita del perché gli italiani non alzino barricate cantando la marsigliese o al grido di occupazione.

Probabilmente non è la solita opposizione ma stiamo parlando della solita Italia. L’Italia delle commedie, l’Italia dei teatri dove i bambini fingono di essere grandi e gli adulti si comportano da adolescenti.

E’ l’Italia dei senatori che spingono, corrono, urlano, insultano ma non votano. Eterni Lucignolo in un senato che, a ben guardare, è meglio del liceo visto che non esistono note, rimandati o bocciati.

Quell’aula, che trasuda storia e storie, pare essersi trasformata nel paese dei balocchi. Speriamo di non copiare la fantasia di Collodi, speriamo di non svegliarci domani ed accorgerci di essere governati da somari.

Un cavallo senatore c’è già stato, accettare anche dei somari sarebbe troppo… anche per la solita Italia.

Tony Mariotti

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